mercoledì 6 febbraio 2008
ENOKADO
Intervista telefonica a Romualdo Romàn_Enokado
Inizierei dicendo che il mio nome è Enokado, e – enne – o – kappa - a – di – o, che significa seme rosso, seme della mafafa rossa, sono Uitoto clan Enokayai, che è il clan della mafafa rossa, totem guacamayo rosso. Parlo i quattro dialetti Uitoto: minica, bue, nipode y mika, e secondo la linea di discendenza di mio padre sono nipode.
L'educazione di noi Uitoto, la ricerca della conoscenza, avviene nei cerchi sacri, all'interno della Maloka. Maloka è un termine antropologico, noi la chiamiamo Gairiraco o Ayoco, che vuol dire casa di riunione o grande casa, la Maloka significa una donna nella posizione del parto o anche microcosmo. Nella Maloka, fin da quando si è dentro l’utero della madre o sul seno della madre, noi ci istruiamo, durante la notte, dalle 18 alle 24, tramandando l'istruzione millenaria impartita dai nonni.
Nel mondo dei Uitoto tutto è basato sul quattro. Quattro sono gli estantillos che sono le colonne principali della Maloka; quattro sono i colori, bianco e nero (un'unico colore), rosso, giallo, verde e blu (un'unico colore), da questi quattro colori si moltiplicano gli altri. Quattro sono gli elementi, quattro i punti cardinali, quattro le canzoni e i balli principali nel nostro territorio. Quattro le piante di potere che utilizziamo per entrare nella conoscenza, una è Ambil estratta dal tabacco che per noi significa donna, pensiero; un'altra è il Mambe, la coca naturale che per noi significa la parola del padre, la buona parola, la parola dolce; c’è poi il Yajé, conosciuto come Unao, che per noi è il figlio, nato dall'unione tra la donna che è tabacco e l’uomo che è la coca, il figlio Yajé appunto, o Unao, è quello che ci unisce, attraverso il suo cordone ombelicale, con l’universo. Esiste un’altra pianta ancora, quella non l’abbiamo fatta conoscere a nessuno finora, per noi è il Nimaira che significa pianta della scienza, così la chiamiamo noi, la pianta della conoscenza, l’unica pianta che fermentando non produce alcohol. Con tutte queste piante noi facciamo sedere i nostri figli nel mambeadero, così si chiama il cerchio sacro dentro la Maloka e iniziamo l’istruzione, quattro sono anche i poteri, o gli insegnamenti, che deve ricevere il giovane o la giovane. Per prima cosa si insegna l’arte di saper lavorare, poi si insegna l’arte di saper mangiare, in tutte le sue dimensioni, poi l’arte di saper dormire e infine l’arte di saper fare l’amore.
Adesso parliamo dell’arte di saper lavorare, faccio un piccolo esempio. Cos’è il rispetto verso la natura? La prima cosa che fanno i nonni è metterci uno di fronte all’altro e siccome là viviamo nudi, loro ci dicono “guardatevi il corpo, quello che avete di fronte è la natura stessa, esiste anche in natura, allora tu devi avere rispetto verso essa e verso te stesso”. Quando noi dobbiamo toccare la natura, prima dobbiamo chiederle il permesso, nella notte si deve fare una piccola preghiera, una meditazione, su quello che si farà l’indomani. Se, per fare un esempio, dovrò abbattere mezzo ettaro di natura, allora chiedo il permesso alle liane prima di tagliarle e non soltanto alla madre terra, e non soltanto alle liane ma anche agli animali che dalla madre terra si alimentano o che fanno uso di quella liana. In cambio di ciò che apparteneva alla foresta, agli animali, pensiero del regno animale, seminerò pensiero umanizzante, e un’altra pianta per alimentarmi, per esempio una pianta di fagiolini o di fagioli. In quel momento sto già sostituendo il pensiero naturale con il pensiero umano, dal selvaggio all’umano, però agisco creando un equilibrio per non far arrabbiare i padroni di quel regno animale e vegetale. Se non effettuo una trasformazione umanizzante, questa stessa pianta rampicante (il fagiolini) avvolge il mio pensiero e avvolge la mia energia e così arriva la pigrizia, arriva il pensiero facile. Allo stesso modo si atteggiano con noi i regni, per esempio se io taglio platanillo di monte semino platano, se taglio piñuela de monte selvatica semino ananas, se taglio canna di quella selvatica semino canna da zucchero e così vado cambiando. Quindi taglio una parte della foresta e semino yuca, quando raccolgo la yuca che ho seminato, per prima cosa le tolgo la buccia, e la butto al fiume per alimentare i pesci. La polpa della yuca la uso per fare torte di casabe o mañoco e del centro legnoso ne faccio una torta speciale per le formiche, lascio una piccola parte di yuca per i roditori, questa è la relazione dell’uomo con la natura. Però se io gioco con la natura, non le offro l’equilibrio necessario e questo può diffondere malattie ai miei figli e nella mia comunità. Io parlo alle formiche, parlo ai pesci, parlo ai roditori e così loro non ci danno fastidio. Questo orto si chiama Chagra.
La Chagra per noi è la consacrazione del pensiero e la parola in opera. Il nostro deve essere pensiero, parola e opera, tutto ciò di cui uno parla deve realizzarlo perchè altrimenti rimane nel mezzo come un virus, disturbando, ed è quello che oggigiorno disturba, così come il discorso politico nel mondo occidentale che non concretizza quel pensiero, non mette la parola in opera, quindi rimane a disturbare. Mi capisci? Per noi è la consacrazione del pensiero e la parola in opera, lì è dove si materializza il sapere, per questo l'alimento è sacro e trasforma il cuore, e il pensiero dell'essere, educa l'essere umano, come il lavoro educa allo spirito e alla materia. Quindi bisogna insegnare al bambino, stiamo parlando del lavoro, si deve insegnare al bambino o alla bambina che il pensiero e la parola sono azione, deve lavorare, deve elaborare intrecciando un cesto, giocando, solo così la mente continua a lavorare e non pensando ad altro, che è quello che succede alla gioventù in occidente, perché vogliono suicidarsi? perché sono depressi e soffrono di emicrania? perchè? Perchè sia il corpo che la mente devono essere equilibrati.
Se sai lavorare, devi imparare a saper mangiare; quindi l'arte di saper mangiare, all'interno della nostra visione del cosmo è molto importante. Se io sto entrando nel mondo della conoscenza, l'ingresso al mondo della conoscenza deve essere graduale, deve avere una direzione chiara. Un pò come vostro mondo, voi non potete entrare direttamente all'università ma prima passate dalle scuole elementari alle medie superiori, e così si va salendo. Come diceva un mio amico, non si possono fare le divisioni se non si conoscono le altre operazioni, quindi in questo modo graduale avviene l'apprendimento del saper mangiare. Quando siamo bambini mangiamo formiche, però non è che mangiamo formiche perchè ne abbiamo voglia o perchè l'indio mangia formiche, no! E' perchè la formica dentro ha un potere, lavora molto e quello che trasporta è più pesante di lei. Quindi al bambino si danno delle formichine da mangiare perchè sia un lavoratore, perchè sia sempre attivo e forte, rinforzato spiritualmente e fisicamente. Gli si danno da mangiare anche alcuni vermi, non so se l'hai sentito, i mojojoi, il mojojoi vive in una palma, non quelli che sono per terra che sono chizas, il mojojoi ha il potere nella saliva, per quanto la palma sia dura al suo interno, con la saliva ammorbidisce questa fibra dura e si apre un cammino, nutrendosene e dormendoci. Quindi nello stesso modo il giovane deve avere la possibilità di rompere gli ostacoli, le malattie, i giudizi, l'invidia; avrà la possibilità di rompere tutto questo con la buona parola, con la buona saliva. Dopo aver insegnato al bambino l'arte di saper mangiare dobbiamo insegnargli a educare il suo corpo al cibo che ingeriamo, per questo deve iniziare a mangiare cose piccole, cose dolci, cose amare e abituare l'energia al buon odore, al buon gusto, per sapere così se qualcosa che ci viene dato o ingeriamo viene con pensiero negativo o avvelenato; se mangiamo in disordine, anche la nostra energia si disordina.
Abbiamo all'interno del nostro piano di vita, una mappa ecologica, da lì sappiamo l'origine che ogni pianta ha, si sa da dove viene, chi era prima, per esempio: cos'era o chi era il tabacco prima di essere tabacco (pianta), e perchè la chiamiamo donna, sapere chi era la coca, chi era la yuca, chi era l'ananas. Sono state entità, o persone ed hanno il loro regno, quindi il nostro rispetto per gli elementi naturali è dovuto al fatto che hanno la loro energia, hanno il loro padrone. Quindi noi consumiamo le nostre piante del potere con rispetto però anche senza paura, e così accediamo ai poteri.
Una volta appreso a lavorare e a mangiare, si deve imparare a dormire. Nella nostra cultura l'insegnamento avviene di notte e i giovani devono dormire dalla mezzanotte fino alle quattro di mattina, per noi si deve dormire nella notte quattro ore, dalla mezzanotte - mezzanotte e mezza - l'una fino alle quattro e dalle quattro alle cinque della mattina si deve nuotare nel fiume. Oggi qui nella città non si può, però nel nostro territorio si. Perchè? Per rafforzare la nostra energia, per pulire tutti i cattivi pensieri, per pulire la cattiva energia ricevuta durante il giorno, energia che riceviamo dalle piante, dai fratelli, dal sole, dagli animali o dalle nostre proprie parole, perchè l'umano tende a chiedere all'universo senza pagare, sempre dice io voglio questo, voglio quello, però non vuole pagare. Se questo non si gestisce bene, nel futuro si incrosta dentro come una malattia. Si deve dormire, come dicevo, dalla mezzanotte alle quattro del mattino e anche durante il giorno verso mezzogiorno, o dall'una alle tre, o da mezzogiorno alle due, insomma sono sei ore di sonno. L'uomo deve dormire con la testa rivolta verso dove nasce il sole e con i piedi verso dove si occulta, con la mano sinistra sopra il suo cordone ombelicale, la mano destra sopra il cuore o sotto la nuca, in posizione a pancia in su. Per addormentarsi deve cercare di dormire con gli occhi aperti, credo che avrai sentito parlare degli acchiappasogni, per il mondo Uitoto gli acchiappasogni sono hebras (due striscioline di filo appese che scendono sopra gli occhi), si inizia a osservarli e si inizia a vedere attraverso di queste hebras quello che si vede più in là, chiedersi quello che ascoltano, quello che dicono, che sentono, e così si rimane profondamente addormentati, e si viaggia dove si vuole, però quest'arte di saper dormire necessita disciplina e di altre cose che oggi tengo per me.
Se già ha imparato queste tre, deve imparare l'arte di saper fare l'amore, che è dove l'uomo si sbaglia dove l’uomo perde velocemente la sua testa. Iniziamo l’insegnamento quando la bambina o il bambino hanno sette anni con una narrazione attraverso i miti. Si insegna al bambino e alla bambina che noi abbiamo qualcosa consegnatoci dal creatore e che non è per giocare ne per infastidire l'energia dell'altro, ed è attraverso il yetarafue (libro invisibile dove si trova tutta la tradizione del consiglio per far si che l’uomo e la donna viaggino in questo piano e compiano la loro misione) che si consiglia e si cerca il rispetto verso noi stessi. Questa è la base della conoscenza nel nostro territorio rappresentata come la parola del consiglio, perchè l'uomo abbia relazione, natura e comunità.
Al giorno d'oggi abbiamo la Maloka dove nelle ore del mattino, fino l'una o le due del pomeriggio, si insegna ai bambini la matematica, lo spagnolo, scienza etc, e alle sei del pomeriggio i bambini devono tornare nella Maloka di nuovo per continuare l'educazione tradizionale, con i loro legnetti, con la loro acqua, con le loro domande per i nonni e così fino a mezzanotte. I bambini più piccoli si mandano a dormire alle otto di sera, gli altri alle dieci e i più grandicelli rimangono fino a mezzanotte.
In Colombia, o più in generale, in Sud America si parla molto del recupero del pensiero ancestrale, nel caso della Colombia, di recupero si parla per gli indigeni di Tolima, del Cauca e di una parte di Nariño e una zona dove vivono i Cancuamos e i Senú a Cordoba, per noi dell'Amazzonia e dell' Orinoquía non si parla di recupero ma di rafforzamento, perchè in questa zona la conoscenza è ancora intatta. Viviamo all'interno di un grande resguardo (riserva), la più grande del Paese con tre e mezzo milione di ettari, abbiamo una organizzazione politica e dei ragazzi che hanno un'istruzione per poter interloquire con il governo. C’è poi un consiglio di anziani, un consiglio di capi villaggio all'interno del resguardo, nel caso della mia organizzazione ci sono Uitotos, Andoques, Nonuyas, Muinanes, Matapi, Irañas y Yicunas, che sono sette diverse etnie però con un'unico pensiero. Ai coloni, così chiamiamo i meticci che per un motivo o l’altro convivono in unioni di fatto con le nostre donne. A loro chiediamo prima di tutto di sedersi con noi, rispettare le nostre leggi e regole originarie, il rispetto verso i pesci ad esempio. Non si deve pescare per pescare, ossia prenderlo e venderlo in quantità nel villaggio, neanche cacciare la tigre o altri animali per la pelliccia. Noi orientiamo le persone. Quello che abbiamo fatto è stato plasmare il nostro pensiero conosciuto oggi come piano di vita e il nostro calendario ecologico, e lo stiamo facendo conoscere a tutti quelli che vengono, perchè abbiano rispetto del territorio.
Il resguardo comprende una parte del Putumayo, una parte del Caquetá e quasi tutta la regione dell' Amazonas, conosciuta come il gran predio Putumayo.
Il metodo che usiamo per lavorare la terra è la rotazione del nostro orto, della nostra coltivazione. Noi parliamo con la natura, abbattiamo un monte, bruciamo le erbe, seminiamo le nostre piante del potere e altre piante e poi le lasciamo e andiamo in un altro luogo, nel giro di vent'anni torniamo e tagliamo i cespugli e dopo lasciamo ricrescere la foresta. Il terreno dall'Amazzonia, le terre non sono molto produttive, sono argillose, quello che utilizziamo sono gli argini dei fiumi.
Siamo pochi. Avrai sentito parlare della casa Arana, che iniziò intorno al 1905 fino al 1928-30? Un signore di nome Arana, entrò passando dal Perù, per Iquitos, per Puerto Arica e arrivò alla Chorrera Amazonas dove installò un gran centro di raccolta della siringa, il caucciù, e schiavizzò gli indigeni. In quel periodo, dal 1905 al 1928-30 morirono, solo tra i Uitoto, ed ho i documenti, 80.000 persone, di soli Uitoto! La etnia che praticamente scomparì è quella dei Nonuyas, oggi c'è solo una famiglia, che vive all'interno della nostra riserva e li stiamo aiutando a rafforzarsi e recuperare. Anche gli Andoques furono decimati, come i Muinanes, gli Ocaina ed i Bora. la tribu che rimase più numerosa è quella Uitoto, perchè noi Uitoto siamo molti, suddivisi in quattro dialetti. Oggi il rafforzamento si deve ai Uitoto, in questo momento in tutta l'Amazzonia superiamo i tre o quattromila, nella mia riserva siamo circa duemila. C'è una parte nel Putumayo, una parte a Leticia, sotto nel trapezio Amazzonico, però siamo pochi, molto pochi. Tutta l'Amazzonia, con le sue cinquantatrè etnie, riunisce solo diciannovemila indigeni. Così il governo ci chiede perché mai essendo così pochi vogliamo tre milioni di ettari di terre.
Ci siamo opposti ai famosi parchi naturali o chiamati parchi nazionali, vicino a noi c'è un parco, il Chiribiquete, sotto c'è il Parco Naturale del Cauhinari e c'è l’Amacayacu, quello che succede è che il governo, strategicamente, ha trovato risorse naturali, non rinnovabili, come l'uranio, come l'oro. Così creano leggi e definiscono queste zone come aree protette, ma invece di preservare la natura, aprono un monte, aprono strade, aprono piste e distruggono la natura, per questo noi siamo contrari.
Una delle cose più difficili per noi da fare è far capire allo stato colombiano, al governo colombiano, che il modello di sviluppo non è lo stesso, il loro modello è neoliberale, parlano di aprire strade, fare aereoporti, prendere legname, ossia sfruttare tutto quello che c'è lì, seguendo una logica totalmente differente dalla nostra. La nostra logica è quella della conservazione dell'equilibrio uomo-natura.
Io, Romualdo Roman Sanchez, Enokado (Seme rosso), Sono stato scelto dalla comunità Andoque nella riserva Aduche de Araracuara, Amazonas, per realizzare studi superiori nella capitale colombiana e così unificare il pensiero occidentale con il pensiero millenario dei miei nonni. Ho studiato giurisprudenza con l’obbiettivo di aiutare i Uitoto del Araracuara in tutto ciò che riguarda la legge. Sono stato fondatore della organizzazione indigena che ha rapporti con lo stato, CRIMA (Consejo Regional Indigena del Medio Amazonas) della quale sono stato anche presidente. Inoltre sono stato rappresentante delle gioventù indigene a livello nazionale nella ONIC (Organizacion Nacional Indigena de Colombia).
Da due anni vivo a Medellin, perché mi sono sposato, con il rituale indigeno, con una donna di questa città. Faccio parte del movimento politico ASI (Alianza Social Indigena), dove faccio parte del comitato di etica, il nostro movimento è politico come lo sono il partito Liberal y Conservador (tradizionali partiti politici colombiani). Nel mio lavoro, mi occupo anche degli abusi commessi contro i popoli indigeni del paese da parte del governo Uribe che, con il programma di “seguridad democratica”, ha messo in carcere senza prove indigeni innocenti, violando così le norme internazionali sui diritti umani.
A Medellin, oltre il mio lavoro di supporto legale, porto avanti la conoscenza tramandatami dai miei nonni attraverso i cerchi di guarigione con Ambil (tabaco), Mambe (coca natural) y Yaje. Ho costruito una piccola Maloka a Santa Elena, una frazione di Medellin.
Inizierei dicendo che il mio nome è Enokado, e – enne – o – kappa - a – di – o, che significa seme rosso, seme della mafafa rossa, sono Uitoto clan Enokayai, che è il clan della mafafa rossa, totem guacamayo rosso. Parlo i quattro dialetti Uitoto: minica, bue, nipode y mika, e secondo la linea di discendenza di mio padre sono nipode.
L'educazione di noi Uitoto, la ricerca della conoscenza, avviene nei cerchi sacri, all'interno della Maloka. Maloka è un termine antropologico, noi la chiamiamo Gairiraco o Ayoco, che vuol dire casa di riunione o grande casa, la Maloka significa una donna nella posizione del parto o anche microcosmo. Nella Maloka, fin da quando si è dentro l’utero della madre o sul seno della madre, noi ci istruiamo, durante la notte, dalle 18 alle 24, tramandando l'istruzione millenaria impartita dai nonni.
Nel mondo dei Uitoto tutto è basato sul quattro. Quattro sono gli estantillos che sono le colonne principali della Maloka; quattro sono i colori, bianco e nero (un'unico colore), rosso, giallo, verde e blu (un'unico colore), da questi quattro colori si moltiplicano gli altri. Quattro sono gli elementi, quattro i punti cardinali, quattro le canzoni e i balli principali nel nostro territorio. Quattro le piante di potere che utilizziamo per entrare nella conoscenza, una è Ambil estratta dal tabacco che per noi significa donna, pensiero; un'altra è il Mambe, la coca naturale che per noi significa la parola del padre, la buona parola, la parola dolce; c’è poi il Yajé, conosciuto come Unao, che per noi è il figlio, nato dall'unione tra la donna che è tabacco e l’uomo che è la coca, il figlio Yajé appunto, o Unao, è quello che ci unisce, attraverso il suo cordone ombelicale, con l’universo. Esiste un’altra pianta ancora, quella non l’abbiamo fatta conoscere a nessuno finora, per noi è il Nimaira che significa pianta della scienza, così la chiamiamo noi, la pianta della conoscenza, l’unica pianta che fermentando non produce alcohol. Con tutte queste piante noi facciamo sedere i nostri figli nel mambeadero, così si chiama il cerchio sacro dentro la Maloka e iniziamo l’istruzione, quattro sono anche i poteri, o gli insegnamenti, che deve ricevere il giovane o la giovane. Per prima cosa si insegna l’arte di saper lavorare, poi si insegna l’arte di saper mangiare, in tutte le sue dimensioni, poi l’arte di saper dormire e infine l’arte di saper fare l’amore.
Adesso parliamo dell’arte di saper lavorare, faccio un piccolo esempio. Cos’è il rispetto verso la natura? La prima cosa che fanno i nonni è metterci uno di fronte all’altro e siccome là viviamo nudi, loro ci dicono “guardatevi il corpo, quello che avete di fronte è la natura stessa, esiste anche in natura, allora tu devi avere rispetto verso essa e verso te stesso”. Quando noi dobbiamo toccare la natura, prima dobbiamo chiederle il permesso, nella notte si deve fare una piccola preghiera, una meditazione, su quello che si farà l’indomani. Se, per fare un esempio, dovrò abbattere mezzo ettaro di natura, allora chiedo il permesso alle liane prima di tagliarle e non soltanto alla madre terra, e non soltanto alle liane ma anche agli animali che dalla madre terra si alimentano o che fanno uso di quella liana. In cambio di ciò che apparteneva alla foresta, agli animali, pensiero del regno animale, seminerò pensiero umanizzante, e un’altra pianta per alimentarmi, per esempio una pianta di fagiolini o di fagioli. In quel momento sto già sostituendo il pensiero naturale con il pensiero umano, dal selvaggio all’umano, però agisco creando un equilibrio per non far arrabbiare i padroni di quel regno animale e vegetale. Se non effettuo una trasformazione umanizzante, questa stessa pianta rampicante (il fagiolini) avvolge il mio pensiero e avvolge la mia energia e così arriva la pigrizia, arriva il pensiero facile. Allo stesso modo si atteggiano con noi i regni, per esempio se io taglio platanillo di monte semino platano, se taglio piñuela de monte selvatica semino ananas, se taglio canna di quella selvatica semino canna da zucchero e così vado cambiando. Quindi taglio una parte della foresta e semino yuca, quando raccolgo la yuca che ho seminato, per prima cosa le tolgo la buccia, e la butto al fiume per alimentare i pesci. La polpa della yuca la uso per fare torte di casabe o mañoco e del centro legnoso ne faccio una torta speciale per le formiche, lascio una piccola parte di yuca per i roditori, questa è la relazione dell’uomo con la natura. Però se io gioco con la natura, non le offro l’equilibrio necessario e questo può diffondere malattie ai miei figli e nella mia comunità. Io parlo alle formiche, parlo ai pesci, parlo ai roditori e così loro non ci danno fastidio. Questo orto si chiama Chagra.
La Chagra per noi è la consacrazione del pensiero e la parola in opera. Il nostro deve essere pensiero, parola e opera, tutto ciò di cui uno parla deve realizzarlo perchè altrimenti rimane nel mezzo come un virus, disturbando, ed è quello che oggigiorno disturba, così come il discorso politico nel mondo occidentale che non concretizza quel pensiero, non mette la parola in opera, quindi rimane a disturbare. Mi capisci? Per noi è la consacrazione del pensiero e la parola in opera, lì è dove si materializza il sapere, per questo l'alimento è sacro e trasforma il cuore, e il pensiero dell'essere, educa l'essere umano, come il lavoro educa allo spirito e alla materia. Quindi bisogna insegnare al bambino, stiamo parlando del lavoro, si deve insegnare al bambino o alla bambina che il pensiero e la parola sono azione, deve lavorare, deve elaborare intrecciando un cesto, giocando, solo così la mente continua a lavorare e non pensando ad altro, che è quello che succede alla gioventù in occidente, perché vogliono suicidarsi? perché sono depressi e soffrono di emicrania? perchè? Perchè sia il corpo che la mente devono essere equilibrati.
Se sai lavorare, devi imparare a saper mangiare; quindi l'arte di saper mangiare, all'interno della nostra visione del cosmo è molto importante. Se io sto entrando nel mondo della conoscenza, l'ingresso al mondo della conoscenza deve essere graduale, deve avere una direzione chiara. Un pò come vostro mondo, voi non potete entrare direttamente all'università ma prima passate dalle scuole elementari alle medie superiori, e così si va salendo. Come diceva un mio amico, non si possono fare le divisioni se non si conoscono le altre operazioni, quindi in questo modo graduale avviene l'apprendimento del saper mangiare. Quando siamo bambini mangiamo formiche, però non è che mangiamo formiche perchè ne abbiamo voglia o perchè l'indio mangia formiche, no! E' perchè la formica dentro ha un potere, lavora molto e quello che trasporta è più pesante di lei. Quindi al bambino si danno delle formichine da mangiare perchè sia un lavoratore, perchè sia sempre attivo e forte, rinforzato spiritualmente e fisicamente. Gli si danno da mangiare anche alcuni vermi, non so se l'hai sentito, i mojojoi, il mojojoi vive in una palma, non quelli che sono per terra che sono chizas, il mojojoi ha il potere nella saliva, per quanto la palma sia dura al suo interno, con la saliva ammorbidisce questa fibra dura e si apre un cammino, nutrendosene e dormendoci. Quindi nello stesso modo il giovane deve avere la possibilità di rompere gli ostacoli, le malattie, i giudizi, l'invidia; avrà la possibilità di rompere tutto questo con la buona parola, con la buona saliva. Dopo aver insegnato al bambino l'arte di saper mangiare dobbiamo insegnargli a educare il suo corpo al cibo che ingeriamo, per questo deve iniziare a mangiare cose piccole, cose dolci, cose amare e abituare l'energia al buon odore, al buon gusto, per sapere così se qualcosa che ci viene dato o ingeriamo viene con pensiero negativo o avvelenato; se mangiamo in disordine, anche la nostra energia si disordina.
Abbiamo all'interno del nostro piano di vita, una mappa ecologica, da lì sappiamo l'origine che ogni pianta ha, si sa da dove viene, chi era prima, per esempio: cos'era o chi era il tabacco prima di essere tabacco (pianta), e perchè la chiamiamo donna, sapere chi era la coca, chi era la yuca, chi era l'ananas. Sono state entità, o persone ed hanno il loro regno, quindi il nostro rispetto per gli elementi naturali è dovuto al fatto che hanno la loro energia, hanno il loro padrone. Quindi noi consumiamo le nostre piante del potere con rispetto però anche senza paura, e così accediamo ai poteri.
Una volta appreso a lavorare e a mangiare, si deve imparare a dormire. Nella nostra cultura l'insegnamento avviene di notte e i giovani devono dormire dalla mezzanotte fino alle quattro di mattina, per noi si deve dormire nella notte quattro ore, dalla mezzanotte - mezzanotte e mezza - l'una fino alle quattro e dalle quattro alle cinque della mattina si deve nuotare nel fiume. Oggi qui nella città non si può, però nel nostro territorio si. Perchè? Per rafforzare la nostra energia, per pulire tutti i cattivi pensieri, per pulire la cattiva energia ricevuta durante il giorno, energia che riceviamo dalle piante, dai fratelli, dal sole, dagli animali o dalle nostre proprie parole, perchè l'umano tende a chiedere all'universo senza pagare, sempre dice io voglio questo, voglio quello, però non vuole pagare. Se questo non si gestisce bene, nel futuro si incrosta dentro come una malattia. Si deve dormire, come dicevo, dalla mezzanotte alle quattro del mattino e anche durante il giorno verso mezzogiorno, o dall'una alle tre, o da mezzogiorno alle due, insomma sono sei ore di sonno. L'uomo deve dormire con la testa rivolta verso dove nasce il sole e con i piedi verso dove si occulta, con la mano sinistra sopra il suo cordone ombelicale, la mano destra sopra il cuore o sotto la nuca, in posizione a pancia in su. Per addormentarsi deve cercare di dormire con gli occhi aperti, credo che avrai sentito parlare degli acchiappasogni, per il mondo Uitoto gli acchiappasogni sono hebras (due striscioline di filo appese che scendono sopra gli occhi), si inizia a osservarli e si inizia a vedere attraverso di queste hebras quello che si vede più in là, chiedersi quello che ascoltano, quello che dicono, che sentono, e così si rimane profondamente addormentati, e si viaggia dove si vuole, però quest'arte di saper dormire necessita disciplina e di altre cose che oggi tengo per me.
Se già ha imparato queste tre, deve imparare l'arte di saper fare l'amore, che è dove l'uomo si sbaglia dove l’uomo perde velocemente la sua testa. Iniziamo l’insegnamento quando la bambina o il bambino hanno sette anni con una narrazione attraverso i miti. Si insegna al bambino e alla bambina che noi abbiamo qualcosa consegnatoci dal creatore e che non è per giocare ne per infastidire l'energia dell'altro, ed è attraverso il yetarafue (libro invisibile dove si trova tutta la tradizione del consiglio per far si che l’uomo e la donna viaggino in questo piano e compiano la loro misione) che si consiglia e si cerca il rispetto verso noi stessi. Questa è la base della conoscenza nel nostro territorio rappresentata come la parola del consiglio, perchè l'uomo abbia relazione, natura e comunità.
Al giorno d'oggi abbiamo la Maloka dove nelle ore del mattino, fino l'una o le due del pomeriggio, si insegna ai bambini la matematica, lo spagnolo, scienza etc, e alle sei del pomeriggio i bambini devono tornare nella Maloka di nuovo per continuare l'educazione tradizionale, con i loro legnetti, con la loro acqua, con le loro domande per i nonni e così fino a mezzanotte. I bambini più piccoli si mandano a dormire alle otto di sera, gli altri alle dieci e i più grandicelli rimangono fino a mezzanotte.
In Colombia, o più in generale, in Sud America si parla molto del recupero del pensiero ancestrale, nel caso della Colombia, di recupero si parla per gli indigeni di Tolima, del Cauca e di una parte di Nariño e una zona dove vivono i Cancuamos e i Senú a Cordoba, per noi dell'Amazzonia e dell' Orinoquía non si parla di recupero ma di rafforzamento, perchè in questa zona la conoscenza è ancora intatta. Viviamo all'interno di un grande resguardo (riserva), la più grande del Paese con tre e mezzo milione di ettari, abbiamo una organizzazione politica e dei ragazzi che hanno un'istruzione per poter interloquire con il governo. C’è poi un consiglio di anziani, un consiglio di capi villaggio all'interno del resguardo, nel caso della mia organizzazione ci sono Uitotos, Andoques, Nonuyas, Muinanes, Matapi, Irañas y Yicunas, che sono sette diverse etnie però con un'unico pensiero. Ai coloni, così chiamiamo i meticci che per un motivo o l’altro convivono in unioni di fatto con le nostre donne. A loro chiediamo prima di tutto di sedersi con noi, rispettare le nostre leggi e regole originarie, il rispetto verso i pesci ad esempio. Non si deve pescare per pescare, ossia prenderlo e venderlo in quantità nel villaggio, neanche cacciare la tigre o altri animali per la pelliccia. Noi orientiamo le persone. Quello che abbiamo fatto è stato plasmare il nostro pensiero conosciuto oggi come piano di vita e il nostro calendario ecologico, e lo stiamo facendo conoscere a tutti quelli che vengono, perchè abbiano rispetto del territorio.
Il resguardo comprende una parte del Putumayo, una parte del Caquetá e quasi tutta la regione dell' Amazonas, conosciuta come il gran predio Putumayo.
Il metodo che usiamo per lavorare la terra è la rotazione del nostro orto, della nostra coltivazione. Noi parliamo con la natura, abbattiamo un monte, bruciamo le erbe, seminiamo le nostre piante del potere e altre piante e poi le lasciamo e andiamo in un altro luogo, nel giro di vent'anni torniamo e tagliamo i cespugli e dopo lasciamo ricrescere la foresta. Il terreno dall'Amazzonia, le terre non sono molto produttive, sono argillose, quello che utilizziamo sono gli argini dei fiumi.
Siamo pochi. Avrai sentito parlare della casa Arana, che iniziò intorno al 1905 fino al 1928-30? Un signore di nome Arana, entrò passando dal Perù, per Iquitos, per Puerto Arica e arrivò alla Chorrera Amazonas dove installò un gran centro di raccolta della siringa, il caucciù, e schiavizzò gli indigeni. In quel periodo, dal 1905 al 1928-30 morirono, solo tra i Uitoto, ed ho i documenti, 80.000 persone, di soli Uitoto! La etnia che praticamente scomparì è quella dei Nonuyas, oggi c'è solo una famiglia, che vive all'interno della nostra riserva e li stiamo aiutando a rafforzarsi e recuperare. Anche gli Andoques furono decimati, come i Muinanes, gli Ocaina ed i Bora. la tribu che rimase più numerosa è quella Uitoto, perchè noi Uitoto siamo molti, suddivisi in quattro dialetti. Oggi il rafforzamento si deve ai Uitoto, in questo momento in tutta l'Amazzonia superiamo i tre o quattromila, nella mia riserva siamo circa duemila. C'è una parte nel Putumayo, una parte a Leticia, sotto nel trapezio Amazzonico, però siamo pochi, molto pochi. Tutta l'Amazzonia, con le sue cinquantatrè etnie, riunisce solo diciannovemila indigeni. Così il governo ci chiede perché mai essendo così pochi vogliamo tre milioni di ettari di terre.
Ci siamo opposti ai famosi parchi naturali o chiamati parchi nazionali, vicino a noi c'è un parco, il Chiribiquete, sotto c'è il Parco Naturale del Cauhinari e c'è l’Amacayacu, quello che succede è che il governo, strategicamente, ha trovato risorse naturali, non rinnovabili, come l'uranio, come l'oro. Così creano leggi e definiscono queste zone come aree protette, ma invece di preservare la natura, aprono un monte, aprono strade, aprono piste e distruggono la natura, per questo noi siamo contrari.
Una delle cose più difficili per noi da fare è far capire allo stato colombiano, al governo colombiano, che il modello di sviluppo non è lo stesso, il loro modello è neoliberale, parlano di aprire strade, fare aereoporti, prendere legname, ossia sfruttare tutto quello che c'è lì, seguendo una logica totalmente differente dalla nostra. La nostra logica è quella della conservazione dell'equilibrio uomo-natura.
Io, Romualdo Roman Sanchez, Enokado (Seme rosso), Sono stato scelto dalla comunità Andoque nella riserva Aduche de Araracuara, Amazonas, per realizzare studi superiori nella capitale colombiana e così unificare il pensiero occidentale con il pensiero millenario dei miei nonni. Ho studiato giurisprudenza con l’obbiettivo di aiutare i Uitoto del Araracuara in tutto ciò che riguarda la legge. Sono stato fondatore della organizzazione indigena che ha rapporti con lo stato, CRIMA (Consejo Regional Indigena del Medio Amazonas) della quale sono stato anche presidente. Inoltre sono stato rappresentante delle gioventù indigene a livello nazionale nella ONIC (Organizacion Nacional Indigena de Colombia).
Da due anni vivo a Medellin, perché mi sono sposato, con il rituale indigeno, con una donna di questa città. Faccio parte del movimento politico ASI (Alianza Social Indigena), dove faccio parte del comitato di etica, il nostro movimento è politico come lo sono il partito Liberal y Conservador (tradizionali partiti politici colombiani). Nel mio lavoro, mi occupo anche degli abusi commessi contro i popoli indigeni del paese da parte del governo Uribe che, con il programma di “seguridad democratica”, ha messo in carcere senza prove indigeni innocenti, violando così le norme internazionali sui diritti umani.
A Medellin, oltre il mio lavoro di supporto legale, porto avanti la conoscenza tramandatami dai miei nonni attraverso i cerchi di guarigione con Ambil (tabaco), Mambe (coca natural) y Yaje. Ho costruito una piccola Maloka a Santa Elena, una frazione di Medellin.
giovedì 20 dicembre 2007
mercoledì 5 settembre 2007
martedì 4 settembre 2007
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